Valutazione dei rischi di esposizione a campi elettromagnetici

Nel giugno 2013 è stata pubblicata la nuova Direttiva Europea 2013/35/UE sulle disposizioni minime di sicurezza e di salute relative ai rischi dei lavoratori derivanti da esposizione a campi elettromagnetici. Il termine per il recepimento della direttiva e dei nuovi limiti di esposizione, nonché delle relative le prescrizioni, è fissato per l’1 luglio 2016 (salvo proroghe), sebbene già oggi la valutazione di tutti i rischi, compresi quelli legati a esposizione a campi elettromagnetici, sia obbligatoria.

Cosa sono i campi elettromagnetici
In fisica si intende per campo elettromagnetico un campo tensoriale responsabile dell’interazione elettromagnetica. Si compone della combinazione del campo elettrico e del campo magnetico ed è generato da qualunque distribuzione di carica elettrica variabile nel tempo. Sono molte le attività lavorative che hanno all’interno dei propri locali sorgenti di campi elettromagnetici: si tratta soprattutto dei settori inerenti i processi di fabbricazione, la ricerca, le comunicazioni, le applicazioni mediche, la produzione, trasmissione e distribuzione di energia, la telediffusione, la navigazione marittima e aerea e la sicurezza. A ciò va aggiunto l’insieme dei campi elettromagnetici “incidentali”, che si generano in prossimità dei cavi di distribuzione dell’energia elettrica all’interno degli edifici a causa dell’impiego di dispositivi elettrici o apparecchiature. In genere i livelli di esposizione all’interno degli ambienti di lavoro sono molto bassi ma può capitare che i limiti vengano superati, suggerendo quindi una verifica strumentale.

Esempi di sorgenti di campi elettromagnetici, in ambito lavorativo, sono i seguenti:
linee di alimentazione elettrica a tensione elevata;
sistemi di trasmissione radio;
impianti di saldatura;
riscaldatori industriali a microonde;
apparecchi elettromedicali;
ecc.

Effetti dei campi elettromagnetici
La direttiva in materia di campi elettromagnetici prende in considerazione solo effetti ben noti che si basano su meccanismi conosciuti, definiti effetti diretti (vertigini e nausea, riscaldamento di tutto il corpo o di parti di esso, etc.). Gli effetti indiretti possono essere provocati dalla presenza nel campo elettromagnetico di oggetti che possono costituire la causa di un rischio per la sicurezza o la salute (interferenze con attrezzature o dispositivi medici impiantati, protesi, tatuaggi, body piercing, innesco di incendi o esplosioni a causa di materiali infiammabili o esplosivi, etc.).

Cosa può fare l’azienda
Il datore di lavoro deve sempre e comunque valutare i rischi di esposizione a campi elettromagnetici. Laddove necessario è tenuto ad effettuare misurazioni specifiche identificando le possibili sorgenti di pericolo e i soggetti a rischio, individuando, analizzando e valutando i rischi, con l’obbiettivo ultimo di definire un piano delle misure di prevenzione e protezione.